S come Salute
Il diabete non è un limite, anzi, lo considero una scuola di vita
“Gestire la glicemia, il diabete, l’insulina… non è per niente facile. Quando sei in ipoglicemia devi subito mangiare, integrare con zuccheri, altrimenti sei debole, spossato, rischi di svenire. Dall’altra parte, in iperglicemia devi iniettarti l’insulina, hai sete, hai bisgoni di andare in bagno per urinare, ti bruciano gli occhi, ti senti stanco. E’ la classica coperta corta: tiri da una parte, ti scopri dall’altra. Ed è una gestione costante, che va fatta ogni giorno, senza mollare mai.
…Il diabete è influenzato per esempio dalle emozioni, da come vivi le cose che stai facendo, dall’umore che hai alla mattina quando ti svegli… E il fisico reagisce in maniera diversa. Spesso non c’è una spiegazione a certi valori che ti ritrovi, per questo dico che il diabete è un po’ pazzo.”
“Il diabete se accettato e gestito non è un limite. Naturalmente per essere esatti non è proprio così! Per esempio l’essere umano è già un limite: se abbiamo freddo e non abbiamo da vestirci…è un limite. Se con l’automobile in curva non rallentiamo…è un limite. Se con il nostro prossimo siamo sempre sgarbati…è un limite… Così è il diabete: se non lo gestiamo correttamente (perfetti comunque non lo saremo mai) è un limite.”
S come Sport
Le mie pedalate sono viaggi dell’anima perchè racchiudono gioia, sofferenza, interiorità, razionalità, irrazionalità…
L’attività fisica fa bene al diabete! Se praticata in maniera costante e accompagnata da una dieta specifica, infatti, è utile per mantenere un buon controllo della glicemia e di altri fattori correlati a questa patologia. E queste lunghe pedalate ne sono l’esempio, testimoniando come sia possibile avere una vita sana e fisicamente efficiente nonostante il diabete.
Con la serietà, la costanza e l’impegno nella cura nessun obiettivo è precluso ai circa 246 milioni di diabetici in tutto il mondo che per tutelare la propria salute possono trovare uno stimolo in più per vivere con coraggio e speranza la propria esistenza, senza chiudersi in se stessi.
S come Solidarietà
…Il mio messaggio di speranza: i limiti di salute non sono ostacolo ma ricchezza, opportunità per creare solidarietà, per contagiare al bene, per aiutare gli altri, per ritrovare se stessi e … Dio.
Nel capodanno 2007 ad un incontro di preghiera ho incrociato la strada dell’Associazione Internazionale Padre Kolbe – A.I.P.K. Onlus, mi sono appassionato a questa realtà, ne sono diventato socio e ho deciso di sostenerne – a mio modo – i progetti umanitari ed educativi che porta avanti in Brasile, Bolivia e Argentina.
L’impresa “Una bici mille speranze” mi ha permesso di coniugare salute, sport e solidarietà e di trasformare i miei limiti in un’opportunità per raccogliere fondi per “La Città della Speranza”, il progetto di solidarietà e di formazione alla vita che l’A.I.P.K. sta realizzando a Riacho Grande (San Paolo – Brasile).
Si tratta di un progetto che mira alla formazione integrale della persona e che cerca di garantire una vita dignitosa e la possibilità di costruire un futuro di speranza per bambini e giovani che in questo territorio vivono in condizioni di estrema povertà. Il sogno di A.I.P.K. è costruire a fianco del Centro sociale, inaugurato nel marzo 2009, un Centro di formazione alla vita per offrire anche agli adulti educazione e formazione, valori fondamentali per costituire azioni di sviluppo auto-sostenibili all’interno della comunità stessa.
Questo e altri progetti dell’Associazione Internazionale Padre Kolbe mi accompagneranno nelle prossime pedalate, perché i chilometri percorsi possano trasformarsi in gesti d’amore e solidarietà.
S come Spiritualità
La preghiera è la mia forza in più… Non molliamo mai, crediamo in noi stessi, negli altri e soprattutto in Dio che ci dà forza e speranza.
Vengo da una famiglia di cattolici praticanti, e nell’infanzia anch’io andavo a Messa. Poi verso i 17/18 anni mi son un po’ allontanato. Credevo sempre, ma un po’ a modo mio, frequentando la chiesa in maniera un po’ irregolare. Ora invece ho riscoperto la fede e il conatto con Dio, granzie anche ai giri in bicicletta. E’ la cosa più bella di questi giri qui. Ora è la preghiera che mi dà forza, tolleranza e pazienza, e non mi fa sentire la mancanza delle cose materiali di cui avevo bisogno prima.